William Blake

William Blake: Ragione e Immaginazione

The Book of Thel, tavola 8.

William Blake introdotto parafrasando il titolo italiano di un celebre romanzo di Jane Austen (Ragione e Sentimento). Si può? Direi di sì!

Ragione e immaginazione sono alle origini del processo artistico di Blake. Un procedimento creativo personalissimo, che è commistione di sensazioni, tecnica e arte.

Poet/Printer/Prophet ecco quello che era e che sentiva di essere: il sunto perfetto del tormentato uomo (proto)romantico, abitante in un’epoca di grandi cambiamenti.

Oberon, Titania e Puck con le fate che danzano, da Sogno di una notte di mezza estate
di William Shakespeare, 1786 circa

Il mondo di Blake è quello in cui, attraverso tre grandi rivoluzioni (americana, francese e industriale) venne definitivamente spazzato via il vecchio ordine. Pose così le basi la società moderna. Altrettanto radicale fu la rivoluzione che si impose nelle arti, con il superamento del Neoclassicimo e l’affermarsi del Romanticismo.

Per Blake la Ragione mente; l’Ispirazione e la Visione sono l’unica Realtà. Da qui prende corpo la sua concezione del potere creativo dell’Immaginazione che permette l’infinito perfezionamento della Visione. La realtà della Visione si contrappone alla Ragione, che diventa forza distruttiva nel momento in cui domina l’uomo.

Il Genio Poetico

Sin dagli esordi della sua attività, William Blake parla di Genio Poetico. È tra i primi a metter sul piano di lavoro questo concetto, concetto che riguarda il principio della percezione umana. L’artista realizza una “copia” dell’immaginazione, incorporandola come energia nella forma. L’Arte per lui è creativa e la Poesia è sopratutto frutto dell’Ispirazione, unifica e rivela. Da ciò si deduce che la Poesia è sopratutto Visione, l’Immaginazione che si contrappone al mondo dei sensi, cioè all’Illusione.

he Body of Abel Found by Adam and Eve, c. 1825.

Cosa è l’Illusione? Una banale creazione mentale che, appunto, ci illude.

Repubblicano, William Blake fu tra i primi ad avvertire le laceranti contraddizioni della società inglese del suo tempo e a individuare i latenti malesseri che la Rivoluzione Industriale stava provocando. Nella pagina immagini e parole vengono concepite insieme. Insieme sono trascinate dalle forme d’ispirazione pre-rinascimentale e michelangiolesca. Insieme sono scomposte in un horror vacui trecentesco

Il poeta canta la libertà e piange la sofferenza degli oppressi, dei diseredati e degli sfruttati; l’artista le dipinge; entrambi si oppongono al Settecento conformista, affermando la potenza dell’Energia:

Energy is the only life … Energy is eternal delight

(L’Energia è l’unica via… L’Energia è l’eterno piacere)

Si tratta di una potenza che trascende figurazione e testo: grazie alla possibilità dell’Immaginazione di trasformarsi in parole e immagini viene rappresentata, con rigore e chiarezza formale, l’evocazione della visione, traducendola in miti e simboli. Nell’opera blakeana, gli aspetti visionari si fondono con quelli politici e religiosi e con le tematiche sociali in un intreccio di simboli e riferimenti, che trovano il proprio punto di contatto nella linea: una concreta linea fluida che traccia le figure (flamming line) e una concreta “linea” ritmica che percorre i versi.

William Blake e le origini del Romanticismo

I temi sono quelli terrificanti del pre-Romanticimo ( un esempio, l’opera del suo “maestro” Fuseli), soggetti spaventosi, che esprimono l’irruzione dell’inconscio nella quotidianità. Paure, drammi e angosce vengono rappresentati da una complessa simbologia; Blake si lascia trasportare da una tensione pratica e da un’attenzione concreta ai dati dell’esperienza. L’intenzione è quella di per dar visione alla propria Immaginazione. Raggiunge così la vera e matura coscienza del conoscere, andando oltre la semplice percezione. Mantiene vivo in sé il modo immaginativo del mondo sensibile; nello spazio dell’immaginario si trasformano le simbologie e i simboli. La visione va oltre la semplice percezione. Da queste valenze espressive visionarie e simboliche, fatte di misticismo e spiritualità, emergeranno i primi caratteri del Romanticismo inglese.

The Mental Traveller, minuta, 1803 circa.

Il percorso che si sviluppa attraverso l’Immaginazione e la Visione si attua all’interno della mente del Poeta: “All Forms are perfect in the Poet’s Mind, but these are not Abstracted nor Compouded from Nature, but are from Imagination” (Tutte le forme sono perfette nella mente del Poeta, ma queste non sono né Astratte, né Composte dalla Natura, ma lo sono dall’Immaginazione). Egli stesso si definirà “the Mental Traveller“: un viaggiatore mentale il cui campo di rappresentazione poggerà sul doppio livello della poesia e della figurazione.

L’Arte ha, per Blake, una valore salvifico: al suo interno egli riserva al poeta il ruolo del profeta e si considera veggente, in quanto può penetrare nella verità fantastica del cosmo. Dalla relazione tra poesia e profezia nasce la grande opera d’arte; quest’ultima, infine, è profetica perché svela l’unità dell’esistenza, cioè la realtà spirituale.

William Blake e l’Illuminated Printing

In una pagina traboccante di immagini dai contorni netti si inseriscono le parole: Blake crea i suoi capolavori. Affida la rappresentazione “concreta” delle visioni alla simbiosi perfetta tra testo e figure. Supera i confini tra scrittura e immagine e per fare ciò inventa un particolare procedimento di stampa, con il quale contemporaneamente riporta sulla carta i testi e le illustrazioni. Svia così da una tradizione tipografica in cui figure e parole sono stampate in momenti differenti. Si tratta dell’Illuminated Printing

Non sappiamo nel dettaglio come fosse sviluppato il procedimento di lavoro, ma la cosa è velatamente raccontata in alcuni suoi versi. 

La novità del metodo blakeano consiste non tanto nel lavorare contemporaneamente alla stampa del testo e alla stampa dell’immagine, quanto nella combinazione dell’Incisore (Printmaker) con il Poeta (Poet) e il Pittore (Painter). Tecnicamente, viene data al Pittore e al Poeta la libertà di dipingere e scrivere direttamente sulla lastra di rame che, al momento della stampa, fissa il significato della Visione sulla carta.

Blake incideva, corrodeva il metallo con l’acido della morsura, stendeva inchiostro e pigmento e stampava la tavola. Insieme, nell’attimo di un’impressione soltanto, parole e figure trovavano il proprio ruolo sulla carta, così come lo avevano trovato sulla lastra incisa. Nell’irripetibilità del gesto dell’incisione e della precisione della stampa, le immagini e il testo trovano conferma della loro reciproca unicità. Due unicità inscindibili nelle loro opposte differenze. Due unicità confuse nella concretezza della carta.

Da una sola matrice l’artista può ricavare numerose copie. Ciascuna di queste, però, differisce dall’altra, perché sottoposta a un’ulteriore perfezionamento formale. Blake viene aiutato dalla moglie, con correzioni e i completamenti fatti a mano. Questo procedimento rende ogni immagine unica.

Imagination is not a State: it is the Human existence itself.

(L’Immaginazione non è uno Stato mentale: è l’esistenza Umana stessa)

Le immagini sono il frutto della Visione “diretta” del Poeta/Profeta che ha inciso la lastra nello stesso momento in cui la Vision gli si manifestava. Le stampe Illuminate di Blake, infatti, sono tali non solo in virtù della “visionarietà” della loro concezione, ma anche grazie all’immediatezza della loro creazione. Come ho detto, William Blake si imbatteva nella Vision, la più alta espressione dell’Immagination e creava.

Insieme, uniti da un’incredibile compattezza narrativo-visionaria, il visuale e il testuale prendevano forza sulla lastra di rame. 

Nonostante la grandezza del suo genio, William Blake non fu capito dai contemporanei e il suo lavoro di artista, poeta e incisore rimase nell’ombra, lasciando alle generazioni successive il compito di riconoscerne l’importanza. 

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