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Raffaello 500 anni dopo

Ricordare Raffaello Sanzio con un’opera a 500 anni dalla morte

Nelle Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti (1568) Giorgio Vasari definisce Raffaello a Sanzio “Non meno eccellente che grazioso”.

Questi due aggettivi sottolineano la perfezione formale e la raffinatezza dell’arte di questo pittore, morto a soli 37 anni, dopo avere vissuto una carriera sorprendente.

Autoritratto con un amico, 1518-1520, olio su tela, Parigi, Museo del Louvre

Ricorrono oggi i 500 anni da quella scomparsa che ha lasciato tutti un po’ esterrefatti e alcuni dipinti incompiuti.

Questo anno il divin pittore avrebbe diritto di esser celebrato in ogni dove e in ogni maniera, ma la pandemia ci impone una calma rigorosa, un ricordo da remoto. Ma ora tanta cultura si è spostata sul web, come ricordavamo qui e qui. E le celebrazioni sono on line!

Senza fare una cronologia puntuale e nemmeno un racconto agiografico preciso, oggi ricordiamo Raffaello con un dipinto, un dipinto (in)compiuto nello stesso 1520.

La Fornarina

Sappiamo che il dipinto fu conservato da Raffaello nel proprio studio fino alla morte.

Ritratto di giovane donna (La Fornarina), 1520 circa, olio su tavola, Roma, Palazzo Barberini, Galleria Nazionale d’Arte Antica

Tuttavia, la tavola presenta diversi strati di colore e tecniche pittoriche differenti: ciò fa pensare che sia stata completata da una mano diversa da quella maestro (forse Giulio Romano?). Nonostante questo, però, il monogramma di Raffaello inciso sul bracciale, testimonia il legame personale dell’artista con la modella.

Il velo è sostenuto con poca convinzione, tant’è che il corpo sembra svestito, non naturalmente nudo come quello di una dea. Gli occhi scuri fissano lo spettatore con intensità, ma l’espressione è indecifrabile. Qui Raffaello ci proietta in una realtà esagerata che ci pone di fronte a un enigma. Chi è questa giovane donna? La Fornarina, infatti, cioè la figlia del fornaio di Trastevere -Margherita Luti- la donna amata da Raffaello negli ultimi anni di vita, è una identificazione data a partire dal XVII secolo. La supposta identità della giovane, pertanto, dà il titolo tradizionalmente attribuito al dipinto. La domanda corretta, però, è quale sia il soggetto del dipinto. Forse è la Venere Celeste?

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