È il terrore della materia che mi soffoca
Umberto Boccioni, 1908*

A cavallo tra il 1912 e il 1913 Boccioni dipinge questo ritratto della madre, utilizzando gli stili emblematici del periodo in un’opera che è al contempo antologia e novità stilistica. Divisionismo, Cubismo, Espressionismo dialogano con il Futurismo, dando un’unica visione simultanea di più soggetti da più punti di vista. La madre e il paesaggio della città si fondono e confondono in un trionfo di luci e spazi che nulla nasconde e tutto mostra.
In bilico tra la monumentalità che celebra la figura materna e il dinamismo nervoso dell’ambiente urbano, Boccioni affronta con coraggio uno dei suoi più antichi fantasmi, la Materia.
*U.Boccioni, Gli scritti editi e inediti, a cura di Z.Birolli, Milano 1971, p.304