
Ho memoria di letture fatte tra l’infanzia e l’adolescenza in giornate spese in solutine. Era una solitudine ricercata, imposta da una curiosità vorace per un mondo parallelo.

Negli anni Novanta, quelli in cui sono cresciuta, le distrazioni non mancavano, tra cartoni animati, serie tv, l’amato Bat-Man e videogiochi, eppure io cercavo altro. Qualcosa che colmavo tra racconti pseudo-horror (quanti di voi non ricordano i volumetti de I piccoli brividi?), romanzi di Jane Austen e biografie delle eroine della storia.
Ricordo ancora la forte delusione che provai nel leggere di Sissi: fino ai 12 anni fu per me la dolce Romy Schneider… poi diventò una egocentrica deprimente!
S’avanza di Angelo Morbelli vuole introdurci in un attimo sospeso, ci apre una finesra su un mondo altro, quello della donna che osserviamo da dietro. Siamo ospiti, chiediamo con voce sommessa il permesso di entrare e di guardare il paesaggio con la donna. Ci domandiamo cosa sia quel libro caduto per terra, aperto a metà.. con le pagine smosse dal vento. Vento? Da dove proviene? Eppure, quell’atmosfera sospesa, a tratti piatta dava l’idea del silenzio assoluto, l’aria sembrava immobile.