5 maggio

Il cinque maggio

La morte di Napoleone

Il 5 maggio 1821 muore Napoleone Bonaparte, esule a Sant’Elena, territorio d’oltremare britannico. Il fatto scuote l’opinione pubblica e turba fortemente Alessandro Manzoni (1785-1873), che in soli tre giorni compone un’ode.

L’intento principale di Manzoni non è tanto glorificare la figura straordinaria del generale francese, né suscitare la commozione per la sua morte. Egli intende piuttosto affrontare attraverso la figura di questo “uom fatale” (v. 7) una personale riflessione sui limiti dell’agire umano e sul grande disegno della Provvidenza divina, cui occorre, cristianamente, adeguarsi.

5 maggio
Napoleone in esilio a Sant’Elena in una stampa dell’epoca (pinterest.com)

L’ode di Alessandro Manzoni

Il Cinque Maggio

Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie’ mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all’urna un cantico
che forse non morrà.
Dall’Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall’uno all’altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l’ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d’un gran disegno,
l’ansia d’un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch’era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull’altar.
Ei si nomò: due secoli,
l’un contro l’altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe’ silenzio, ed arbitro
s’assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell’ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d’immensa invidia
e di pietà profonda,
d’inestinguibil odio
e d’indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l’onda s’avvolve e pesa,
l’onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell’alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull’eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d’un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l’assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de’ manipoli,
e l’onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l’avvïò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov’è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trïonfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.

La lettura

Rapido, avvincente, incalzante: il ritmo dei versi scorre veloce, ripercorrendo le gesta del condottiero e il periodo dell’esilio. Un ritratto oggettivo di un uomo che ha fatto la storia.

Ancora oggi l’ode scuote i nostri animi e impressiona gli studenti. Spesso questi sono (controvoglia) costretti a impararla a memoria. Alcuni la rimuovono con il tempo, altri non la scordano mai: ricordo dolce amaro degli anni della scuola.

Voi ve la ricordate questa poesia? Io no, ammetto. Ma ho ancora vivi alcuni versi del mio amato Ugo Foscolo, di cui ho scritto qui

18 pensieri riguardo “Il cinque maggio

  1. Mi hai riportato indietro ai tempi della scuola sapevo a memoria questa poesia che ho un po’ perso negli anni … dovremmo tutti mai dimenticare queste poesie oltre che la storia che è fondamentale 😉👏👍

  2. Bellissima questa poesia, grazie per avercela ricordata. Nonostante il tempo passato la ricordo ancora molto bene

  3. Ricordo ancora i primissimi versi, imparati a memoria a lezione di italiano. Non ricordavo tutta la poesia, grazie per questi ricordi che mi hanno riportata a quasi quindici anni fa!

  4. Ho sempre trovato questa poesia bellissima fin dal liceo. Sicuramente anni fa la sapevo anche a memoria ( non tutta ) ora l’ho ricordata grazie a te.

  5. Grazie per questo bel ricordo. Mi è sempre piaciuta questa poesia ed è stato bella riportarla tutta alla memoria 🙂

  6. Ei fu,
    siccome immobile…
    E’ l’unico verso che riesco a ricordare!!! Me la sono riletta! erano anni che non mi passava sotto agli occhi!!!! Pensa che mia mamma, invece, la sa tutta a memoria… infatti il 5 maggio non fa altro che ripeterla…allegria 😉 (Scherzo ovviamente… ma una volta basta e avanza!)

  7. quando andavo a scuole l’avevo imparata a memoria e se devo essere proprio sincera era una poesia che mi era rimasta molto impressa…… Amavo il Personaggio di Napoleone…… Mi ha fatto davvero un gran piacere rileggerla

Vi è piaciuto il post?